L’autunno si sta rivelando caldo per i mercati. L’agenda politica da qui a fine anno vede l’avvicendarsi di diversi eventi fondamentali: dopo le elezioni politiche italiane tenutesi a settembre, è stata la volta del XX Congresso del Partito Comunista Cinese a ottobre e a novembre ci saranno le elezioni americane di metà mandato. A questi si aggiungono i meeting delle banche centrali per definire le prossime mosse di politica monetaria e le mosse della Commissione Europea per risolvere la crisi energetica, e i rischi sempre più elevati di recessione negli Stati Uniti, che Bloomberg Economics prevede al 50%. D’altronde il rialzo dell’inflazione impone alle banche centrali di intervenire alzando i tassi di interesse anche a costo di mettere a rischio la crescita economica globale.
Il surriscaldamento dell’economia è particolarmente evidente negli Stati Uniti, con gli ultimi dati relativi al mese di settembre. Le pressioni inflazionistiche hanno registrato un +8,5% anno su anno, più del +8,4% stimato dal consensus, ma meno del rialzo dell’8,7% di agosto. L’inflazione headline americana potrebbe sfiorare il 7,3% entro fine anno, per poi ricominciare a calare nel 2023 fino a un livello prossimo al 3,4%. In Europa la situazione è ancora più complessa a causa della crisi energetica.
Spostandosi a Oriente, guardando in particolare alla Cina, i titoli azionari cinesi si sono imbattuti in una “tempesta perfetta” negli ultimi trimestri. Pechino ha iniziato a restringere la liquidità già nella seconda metà del 2020, molto prima rispetto al resto del mondo. A questa politica macro più restrittiva si sono aggiunte tutte le azioni di regolamentazione che hanno colto di sorpresa gli investitori e che si sono protratte per tutto il 2021, e infine i nuovi lockdown per la diffusione della variante Omicron.
Tuttavia, per il gigante asiatico, si inizia a intravedere un miglioramento sotto molti aspetti. La priorità politica si è spostata dall’inasprimento al sostegno della crescita e per i prossimi trimestri molti analisti si attendono un ambiente normativo e di liquidità più favorevole. Anche la situazione del Covid-19 è migliorata e le catene di approvvigionamento sono tornate in gran parte alla normalità.
L’economia cinese potrebbe aver superato la fase di forte decelerazione vista nella prima metà del 2022, e probabilmente la situazione migliorerà nei prossimi trimestri. La Cina si trova in una posizione unica per quanto riguarda il suo ciclo economico. Con un’inflazione che, a giugno, si è attestata intorno al 2,5%, secondo i dati del governo, la Banca Centrale ha un margine di manovra sufficiente per allentare la presa, mentre la maggior parte delle altre grandi economie è impegnata in un ciclo di inasprimento per contenere gli alti tassi di inflazione che non si vedevano da decenni. Questo potrebbe mettere il mercato cinese in una posizione relativamente migliore.
In tale contesto, molti analisti ritengono che nel complesso, i mercati azionari restino vulnerabili a causa delle politiche aggressive delle banche centrali. In inverno si prospettano venti sfavorevoli per le valutazioni azionarie e gli utili, finora resilienti, a causa della situazione preoccupante dell’Europa, che deve fare i conti con crisi energetica e recessione alle porte. Questo contesto di incertezza richiede un approccio prudente e un sottopeso degli attivi più rischiosi.
Concludendo, in questa fase di incertezza è bene non sottovalutare alcuni fattori di rischio che potrebbero impattare l’andamento economico e causare una recessione. Tra questi rientrano: le gravi carenze di approvvigionamento di gas in Europa; l’inflazione persistente e il conseguente rialzo dei tassi; le tensioni su Taiwan e una nuova variante di Covid-19 che imporrebbe nuove chiusure meno rigide nelle economie avanzate che in quelle emergenti.
Nondimeno, non bisogna dimenticare che nel lungo termine, storicamente, il rendimento reale è difeso dall’investimento azionario. gli investitori devono sforzarsi a non lasciarsi sopraffare dall’emotività causata dai bruschi movimenti del breve termine. Ricordiamo che il mercato azionario è, fondamentalmente, il luogo del finanziamento delle aziende che a loro volta sono il motore della creazione della ricchezza che, nel lungo periodo, cresce costantemente.